CIE; la Carta d’Identità Elettronica arriva già vecchia: il futuro digitale è Spid?


CIE VS.          SPID

CIE e/o SPID

Dal Governo l’ennesimo annuncio di strumenti digitali che dovrebbero facilitare la quotidianità dei cittadini, ma ci chiediamo se si potrà mai arrivare a qualcosa di concreto. Cosa se ne faranno i cittadini del pin della Cie una volta (si spera presto) che sarà fruibile il sistema Spid?

È stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 30 dicembre 2015 il decreto 23 dicembre 2015 che definisce le modalità tecniche di emissione della nuova Carta d’Identità Elettronica (come previsto dal Decreto Legge n. 78/2015), che conterrà anche i dati relativi alle nostre impronte digitali.

L’emissione di questo nuovo documento comporterà il rilascio dei codici PIN/PUK associati a esso, i quali dovrebbero permettere di accedere a servizi online dedicati. Purtroppo, però, non si può non sottolineare che in Italia si parli di Carta d’identità elettronica ormai da quasi vent’anni, ma che ancora pochissimi cittadini abbiano potuto realmente constatarne l’utilità e i benefici, usufruendo dei servizi online a cui la CIE dovrebbe consentire l’accesso ai sensi dell’art. 64 del CAD.

Proprio l’art. 64 del CAD contempla la fruizione di servizi anche tramite SPID, a cui i cittadini dovrebbero accedere sempre tramite l’utilizzo di un “PIN unico”: tuttavia è noto che l’attivazione di questa infrastruttura risulti in forte ritardo rispetto a quanto annunciato, perché solo da pochi mesi è stata aperta la procedura di accreditamento per gli Identity Provider.

C’è da chiedersi, dunque, se il nostro legislatore, come previsto per lo SPID, abbia ancora intenzione di dotare i cittadini di diversi PIN – che a questo punto potrebbero non essere più “unici” come invece annunciato a proposito di “Italia Login” – per consentire l’autenticazione necessaria all’accesso ai servizi online. Se così fosse, cosa se ne faranno i cittadini del PIN della CIE una volta – si spera presto – che sarà fruibile il sistema SPID? Fatta eccezione per l’inserimento nel microprocessore RF anche dei dati relativi alle impronte digitali, è stata fatta una valutazione circa l’opportunità di effettuare ingenti investimenti – già stanziati con il DL 78/2015 – per l’emissione di questo nuovo documento e l’effettiva utilità – soprattutto per i cittadini – della nuova CIE?

E ancora, risulta assai peculiare la scelta di procedere con il rilascio del nuovo strumento di riconoscimento proprio in quei Comuni che hanno già rilasciato la CIE ai loro cittadini, anziché prevedere di colmare il divario esistente con i Comuni che ancora rilasciano la Carta d’identità cartacea.

Fonte: agendadigitale

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